Esposizione, Letture didattiche

Le favole degli animali


Gli animali sono da sempre i protagonisti principali delle favole. Su di loro si è sbizzarrita la fantasia dell’uomo, che gli ha dato la parola e gli ha fatto raccontare chi siamo e come dovremmo comportarci.

L’animale rappresenta un po’ la nostra voce interna, descrive i nostri atteggiamenti, i difetti, i sentimenti, e anche i sensi di colpa che da sempre caratterizzano la nostra esistenza.

L’immagine degli animali che pensano e agiscono come esseri umani apre un mondo sconosciuto e invitante, sollecita la curiosità, stimola la voglia di riflettere.

In queste favole  si propone una narrazione semplice e giocosa, attenta alla sensibilità dei bambini.

Qui le favole diventano storie vere e proprie, i personaggi si animano e dialogano, inventando canzoncine e filastrocche.

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__le-favole-degli-animali.ph?pn=5868

In Il lupo e la vecchia, tratto da Esopo, una violenta bufera di neve aveva cancellato il sentiero del villaggio. In lontananza, poco fuori dal bosco, un lupo avanzava silenzioso verso le case. Sulle zampe sottili, diventate nervose per la fame, affonda a nella neve. Si guardava attorno in cerca di qualche coniglio ritardatario che si fosse perduto nella tormenta e non avesse ancora trovato la sua tana. Il buio rendeva ancora più lontani gli alberi, le stelle, i rumori della foresta. Ma la luce di una casa che rischiarava la neve incoraggio il lupo a camminare. Mostrava un pelo grigio e marrone e le bianche striature lungo i fianchi lo aiutavano a confondersi tra i massi e le betulle del bosco. Protetto dal cono di luce, strisciò sotto il davanzale della finestra illuminata e si mise ad ascoltare le voci che provenivano da dentro. Sentiva un bimbo che piangeva e una donna che consolava. E poi ancora il bimbo che piagnucolava perché non voleva dormire e la donna che lo sgridava.

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“Se continui a piangere così, chiamo il lupo e gli dico che ti porti via!” diceva la nonna al suo nipotino. E quello si calmava un poco, poi ricominciava. I lupi, tutti lo sanno, non mangiano i bambini, preferiscono scoiattoli, topi, lepri, pernici, ma a sentire quella frase al lupo battè forte forte il cuore e drizzò meglio le orecchie per ascoltare…

“Ninna nanna, ninna oh,

Questo bimbo a chi lo do?

Se lo do all’uomo nero

Se lo tiene un anno intero;

La finestra ora spalanco

E lo do al lupo bianco.”

“Eccomi, sono qui sotto la finestra!” esclamò il lupo meravigliato di quel regalo inatteso. Lo disse sottovoce, quasi temendo che qualcuno lo sentisse.

“Sono io, il lupo bianco!” disse ancora piano accorgendosi che il suo pelo era diventato candido per la neve.

E acquattato di nascosto si mise ad aspettare quel momento. Sempre più affamato e infreddolito aspettò. Aspettava che si aprisse la finestra.

Passò la notte, passarono le stelle sotto la volta rotonda del cielo. Silenzio. La finestra restava chiusa e lui stava per addormentarsi.

La notte divenne color albicocca e il sole apri piano piano i suoi raggi oltre le montagne.

Era ormai mattina quando la nonna disse al bambino: ”Non aver paura, mio tesoro, nessuno ti darà al lupo, anzi, se verrà, gli daremo un sacco di legnate… “

“Mio amore, mio bel pupo,

Quando arriva questo lupo

Da lontano, dalla notte,

Gli daremo tante botte. “

Il lupo alzò le orecchie alla finestra, si raddrizzò sulle zampe e con la coda bassa lasciò il muro della casa. Riprese allora il sentiero tra la neve, riflettendo…

“Queste persone non sono sincere. Non mi piacciono. Promettono una cosa e poi non la mantengono. Me ne vado da un’altra parte. “

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