Le Fiabe italiane di Italo Calvino furono pubblicate per la prima volta nel 1956 per rispondere ad una esigenza editoriale. Si voleva pubblicare accanto ai grandi libri di fiabe popolari straniere, una raccolta italiana, che non esisteva prima di allora.
Il progetto delle fiabe italiane consisteva in una raccolta di 200 fiabe provenienti dalle varie regioni italiane, tratte da racconti folcloristici dell’Ottocento.
In Calvino era radicata la convinzione della necessità di una scrittura di facile comprensione, accessibile a tutti e a tutti diretta. Lo stesso concetto aveva accompagnato la stesura delle fiabe italiane, fiabe rivolte al popolo.
Calvino si allontanò dall’idea romantica ottocentesca di empatia tra lettore e testo e il fantastico diventò uno strumento per indagare il mondo.
Al fine di rappresentare in un’unica antologia la tradizione folcloristica di tutte le regioni d’Italia, Calvino ricorse ad un italiano favolistico per tradurre le fiabe che erano in gergo dialettale. Rielaborò il materiale con vivacità d’ingegno e non dimenticò mai l’importanza documentaria dei racconti, ma dovette allontanarsi dal particolarismo regionale, per realizzare una raccolta unitaria.
La fiaba è il veicolo con cui le popolazioni hanno rappresentato il mondo circostante, è un particolare documento storico che conserva credenze, cultura e tradizione di un popolo.
Le fiabe sono risposte illogiche a paure universali. Ciascuna fiaba ha un valore universale, è una narrativa che raccoglie un messaggio sempre uguale.
Calvino nella realizzazione delle Fiabe italiane si rifece al modello delle fiabe dei fratelli Grimm. All’epoca della raccolta dei Grimm crebbe l’importanza della coscienza patriottica e la Germania fortificava lo spirito nazionale attraverso la letteratura con le fiabe e i suoi canti popolari, per raccontare così il genio assopito della cultura germanica.
Le fiabe sono dunque considerate il tesoro di un popolo di cui raccolgono la memoria e possono prendere spunto dalla vita di ciascuno e rappresentarla.
Mondadori, attraverso la collana Oscar Junior, ripropone le fiabe di Italo Calvino in una serie di libri, corredati di illustrazioni d’autore. Volumi ricchi di quella magia tipica “Calviniana”. Ecco dunque le Fiabe da far paura (appena appena non tanto); Le Fiabe Tutte da ridere; Le Fiabe di mare; Le Fiabe di animali magici; Le Fiabe un po’ da piangere; Le Fiabe per i più piccini.

Nelle Fiabe per i più piccoli illustrate da Giulia Orecchia c’era un gallo che andava girando per il mondo… Così inizia la favola di Gallo Cristallo e del lupo che, come ogni lupo che si rispetti, è sempre affamato. E c’era una volta un branco di Ochine, costrette a difendersi da una volpe, molto astuta. E poi Il bambino nel Sacco, Pierino Pierone, “alto così”, preso di mira dalla Strega Bistrega, e Cecino, un bambino piccolo come un cecio, tanto da entrare in una tasca. E c’erano, infine, anche I due Gobbi, che speravano di disfarsi, una buona volta, della loro gobba…
L’associazione Fammi Vento in uno dei suoi laboratori di lettura aveva già letto La fiaba di Cecino e il bue, che ci ha insegnato che anche i bambini possono farcela, possono superare le paure, contando sulle proprie forze e sull’amore interiorizzato dei genitori (non dunque sulla loro presenza fisica) e possono uscirne arricchiti. La strada da percorrere è faticosa, spaventosa, non è un’impresa semplice, però, se ce l’ha fatta Cecino.
Sabato 16 febbraio 2019 ore 18:15 leggeremo al Laboratorio fiabesco tra le Fiabe per ii più piccoli Gallo Cristallo, una fiaba di origine marchigiana, che racconta di un gallo che trovò una lettera e la lesse, e diceva:
Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa, uccellino cardellino, andiamo alle nozze di Pollicino.
E si mise in cammino…
Questa favola ci insegna che il bene esiste come il male ma nelle fiabe il male è sempre perdente.

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