Creiamo Cultura, donne straordinarie

Donne non si nasce, lo si diventa

In molti paesi occidentali, tra cui l’Italia, siamo ancora lontani da una reale parità, per errate abitudini culturali e sociali. Ci sono ancora molti paesi in cui alla donna mancano i diritti di dignità e libertà: poter studiare, sposare l’uomo scelto e non imposto, poter vestire in modo libero, poter scegliere il proprio lavoro, sono conquiste che molte donne devono ottenere.

Nata e cresciuta in una famiglia dell’alta borghesia francese,  come racconta in Memorie d’una ragazza perbene, Simone de Beauvoir è oggi considerata la fondatrice del femminismo contemporaneo. Il suo magnifico testo Il secondo sesso ha cambiato in modo efficace la storia. Non c’è nessuna pensatrice che si occupi di tematiche di genere che non abbia letto i suoi libri.
Simone de Beauvoir non è solo una teorica femminista, il suo pensiero può renderci persone migliori ancora oggi e ancora oggi può tornare utile per comprendere il tempo in cui viviamo.

De Beauvoir è una filosofa della corrente esistenzialista. Questo significa che secondo lei l’esistenza, ovvero il fatto che veniamo gettati nel mondo senza sceglierlo, precede l’essenza, ovvero tutto ciò che può essere modificato tramite il libero arbitrio. Possiamo affrontare i fatti dell’esistenza in due modi: scegliere l’immanenza, cioè l’accettazione del mondo così com’è, oppure la trascendenza, la volontà di progettarlo e modificarlo. Possiamo dire che nulla è così per natura, ma che la nostra vita è una conseguenza del nostro modo di porci di fronte a quello che ci viene.

Per secoli si è pensato che questa condizione subordinata della donna fosse causata da un destino biologico, psicanalitico oppure economico, che le donne non potessero essere libere perché le cose stavano così e basta. A quest’idea de Beauvoir rispose con la sua citazione più famosa, “Donne non si nasce, lo si diventa”. Questo significa che non c’è un destino comune a tutte le donne, un “eterno femminino” insuperabile, alla stregua di un marchio da scontare. Le donne sono oppresse per loro scelta: hanno scelto la via dell’immanenza e non hanno il coraggio di intraprendere quella della trascendenza. De Beauvoir però non sa spiegare come e perché questa scelta sia avvenuta.

Nella parte finale de Il secondo sesso, de Beauvoir spiega che la chiave per la liberazione della donna è la trascendenza, poiché la donna è “un divenire”, può emanciparsi solo quando lascerà dietro di sé l’immobilità. L’unica rivoluzione possibile, per la filosofa, è la lotta tramite la riconciliazione con l’uomo, finalizzata alla parità fra i sessi.

“L’oppresso,” scrive, “non può realizzare la sua libertà di uomo se non nella rivolta, giacché la peculiarità della situazione contro la quale si ribella consiste proprio nell’impossibilità di ogni sviluppo positivo; la sua trascendenza si supera all’infinito solo nella lotta sociale e politica.”

Mandela sostiene che “l’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo” e solo grazie ad un alta formazione e alla grinta personale, le giovani donne potranno essere protagoniste libere e autonome. Le donne sono pronte per fare il salto di qualità nelle loro vite e nella gestione del bene comune. Infatti la serie mondiale di denuncia degli abusi subiti da parte delle donne dello spettacolo dimostra come le donne sono pronte a trasformare il loro silenzio in un urlo. Non dobbiamo aspettare, dobbiamo costruire il futuro.

Il vero problema è che la parità dei ruoli e di diritti e doveri non ha ancora raggiunto la nostra cultura, questa non parità parte dalle famiglie, radicate nella cultura del non lavoro femminile.

Solo le ragazze coraggiose creeranno liberamente il loro futuro, Socrate diceva “crea te stesso”, la vita è nostra e sta a noi prenderci responsabilità e conoscere i nostri diritti e doveri.   

I valori che ogni donna deve trasmettere ad un’altra donna sono di credere in se stessa, non avere alibi, vivere intensamente, scappare dalla mediocrità.

Le donne di potere possono cambiare la vita lavorativa alle giovani donne, quando le donne fanno squadra tra loro e mettono insieme i loro poteri i risultati sono sempre eccellenti.

Sta a noi donne costruire un mondo più equo far valere le nostre capacità, costruire un mondo non basato sulla prevaricazione, ma sulla collaborazione, comunità e competenze. Noi stesse dobbiamo creare politiche attive di lavoro e nuove opportunità lavorative che possano far conciliare meglio la vita familiare con quella professionale. Dobbiamo denunciare ogni atteggiamento maschilista e i comportamenti lesivi della dignità della donna. Non dobbiamo aspettare che la politica crei la situazione ideale per noi.

Le giovani donne devono agire e non aspettare che siano gli altri a farlo. Dobbiamo aiutare gli uomini ad apprezzare e valorizzare le differenze e le risorse femminili e non dobbiamo permettere a nessuno di farci smettere di sognare una vita ricca di amore e una vita professionale ricca di soddisfazioni.

Dobbiamo trasformare tutte le nostre conoscenze in una nuova cultura, in nuovi progetti, in innovazioni, siamo più utili se attiviamo le nostre energie e troviamo soluzioni piuttosto che a stare nel coro.

La realtà in cui viviamo è dominata da uno stile di leadership che antepone la forza alla dolcezza, la determinazione alla flessibilità, la logica dei numeri alla ragione dei sentimenti. Mi è capitato di conoscere donne leader grintose e agguerrite e dotate di innegabile femminilità e dolcezza. Viceversa uomini capaci di accedere facilmente alle proprie emozioni e condividerle, non di meno combattivi. Nell’Eneide Virgilio definisce Enea un uomo pietoso perché era un guerriero tutto di un pezzo che non nascondeva le lacrime e con occhi ancora umidi afferrava la spada e partiva all’attacco. Questi sono esempi di leadership flessibile.

“Alzo la voce non per gridare, ma per fare in modo che chi non ha voce possa essere ascoltato”. Malama Yousafzai

Non possiamo più nasconderci nel nostro guscio, dobbiamo liberare la nostra energia femminile e diffonderla nella società. Il tempo del cambiamento è maturo.

La leadership, prima di essere la capacità di guidare gli altri, è l’abilità di guidare se stessi. Dunque la decisione più importante che devi prendere è di amarti quanto vuoi che gli altri ti amino, rispettarti quanto vuoi che gli altri ti rispettino.

Circondiamoci di persone talentuose, ottimiste e coraggiose e liberiamoci dai cattivi consiglieri, dalle persone negative e pessimiste. Le donne sono bravissime a intuire le opportunità ma non sono state istruite a trasformare i propri talenti in business, in ricavi, creazioni di benessere economico.

Le nostre competenze diventano la nostra azienda e dobbiamo saper valorizzare in pieno questa competenza, le reti intorno a noi e trasformare un nostro talento in una azienda che crea profitti.

Con “Competenza, Cuore e Coraggio” puoi raggiungere obiettivi straordinari  e diventare una Donna 4.0.