Il Tangram è un antico gioco di origine cinese, ottenuto scomponendo un quadrato in sette parti dette tan: un quadrato, un romboide, e cinque triangoli rettangoli isosceli, di cui due grandi, uno medio e due piccoli.
È conosciuto come Le sette pietre della saggezza perché si diceva che la padronanza di questo gioco fosse la chiave per ottenere saggezza e talento. Poco o nulla si sa circa le origini del gioco; persino l’etimologia del nome non è chiara.
Combinando i pezzi del Tangram, è possibile ottenere un numero infinito di figure, alcune geometriche, altre che ricordano oggetti o animali. Qualsiasi figura realizzata con il Tangram deve essere costituita impiegando tutti i sette pezzi.
Nel gioco del tangram, malgrado la semplicità del materiale, si possono realizzare sia figure geometriche, sia figure di ogni tipo in cui le caratteristiche di ciascun tan vengono messe in risalto. È anche possibile rappresentare lo stesso soggetto in posizioni differenti e quindi il tangram si può utilizzare anche per illustrare storie.
Una caratteristica notevole di molte figure tangram è che di fatto si tratta di illusioni ottiche; le figure tangram offrono una ricchezza percettiva simile a quella della pittura zen che si basa sull’idea che “la tavolozza della mente è più ricca di quella del pennello”.
Le figure tangram ricordano nella loro espressività i giochi d’ombra con le mani, le ombre cinesi.
Il tangram offre così notevoli spunti allo studio della percezione visiva e può essere impiegato come base di test psicologici.
A me ricorda molto il gioco Vedopolis Il gioco delle abilità visive che ti aiuta a cambiare prospettiva