#100giannirodari, Apprendimento, centro estivo, creiamo cultura insieme

L’associazione Fammi Vento ha concluso l’avventura del centro estivo

L’associazione Fammi Vento il 13 settembre ha concluso l’avventura del centro estivo, la sperimentazione sulla parola è stata oggetto di analisi dei laboratori e tra gli strumenti fondamentali vi è sempre stato il libro, inoltre abbiamo usato il gioco come un modo per indagare la realtà.

Ciò che abbiamo imparato lo custodiremo in eterno dentro di noi ed è qualcosa di prezioso, è uno strumento per affrontare gli anni e vivere con coraggio e creatività.

Le intenzioni erano quelle di lavorare affinché i ragazzi ricevessero gli strumenti necessari per guardare il mondo con curiosità e libertà.

La parola è uno strumento che può essere orale o scritto e, tramite le conversazioni, serve a creare comunicazione tra le persone, ma anche scambiare emozioni, punti di vista e tanto altro ancora.

L’uomo un tempo si esprimeva tramite la parola che rimaneva orale.  L’oralità colpisce soprattutto l’udito anziché la vista e la ripetizione di queste strutture poteva essere trasmesso e memorizzato con i gesti e i movimenti ritmici del corpo.

Oggi il modo in cui si scrive è cambiato molto. Nella maggior parte dei casi le persone scrivono tramite la tastiera e di conseguenza il rapporto concreto con le parola scritta viene azzerato.

Le lettere e le parole vengono concepite sempre di più come elementi “bidimensionali” utili solo a portale il contenuto.

In un mondo in cui i bambini sono sempre più distanti dal concetto di scrittura manuale è stato interessante sollecitare in loro la curiosità di esplorare l’universo delle parole e scoprirne le molteplici funzioni.

Abbiamo usato la parola sfruttando al massimo le molteplici qualità suggerendo “gentilmente” altri modi di vedere. Abbiamo usato parole semplici descrivendo e realizzando qualcosa di molto complesso.

Ci siamo sentiti spiazzati, sorpresi, guidati improvvisamente da qualche altra parte, rimanendo però dentro un percorso coerente e utile.

Spesso le parole sono diventate materia, da modellare. Ogni materia ha delle regole e peculiarità, ma con la sperimentazione è possibile esplorarla e padroneggiarla e successivamente anche infrangerla in modo rispettoso e creativo.

La parola non comunica sempre un significato logico, ma è soprattutto un mezzo capace di trasmettere sensazioni recepibili con i sensi. La parola diventa un suono al pari del rombo del motore.

Per approcciarci a questa “lingua” abbiamo abbandonato momentaneamente gli schemi per abbracciare strutture e approcci differenti.

Ci siamo lasciati ispirare dagli elementi che ci circondavano così da poter scovare segni interessanti con cui creare delle associazioni anche molto fantasiose.

Queste forme di gioco sono state utili per introdurre i più piccoli a relazionarsi con il mondo delle parole. Sono giochi che pur semplici suggeriscono quanto sia vasta la possibilità di rappresentare cose diverse a partire da un semplice materiale.

Sono attività che hanno lo scopo di coinvolgere e incuriosire i ragazzi così da avvicinarli a queste esplorazioni tramite il divertimento e spronarli a proseguire con sperimentazioni ancora più complesse.

Abbiamo realizzato dei libri pieni di forme e colori dotati di elementi che vanno a rompere la bidimensionalità libresca e che i bambini possono leggere e comprendere da soli, senza mediazione, veicolando un contenuto che è capace di coinvolgere e sorprendere lettori di tutte le età.

I più piccoli hanno avuto un incontro positivo con l’oggetto libro scoprendo quanto possa essere fonte di sorpresa e meraviglia ed è molto probabile che continuino a leggere da adulti mantenendo la stessa curiosità.

I libri hanno un forte potere comunicativo che hanno espresso all’interno dei laboratori dove abbiamo ripensato alla lettura creando uno strumento in grado di favorire la costruzione di un pensiero libero e creativo, una narrazione che si fa globale creando un percorso che non si sviluppa solo sulla carta, ma va dentro e poi oltre.

Un volo della fantasia trascinante da cui non si può non sentirsi coinvolti.

A un mondo fatto di modellini, giochi costosi e oggetti fatti e finiti, abbiamo opposto giochi “aperti”, caratterizzati da regole semplici e intuitive, legate alle caratteristiche dei materiali con i quali sono costruiti con i quali si può dar vita a un numero illimitato di creazioni.

Sono stati l’agire e le personali esplorazioni degli elementi a tramutarsi nei protagonisti delle azioni. Mantenendo le caratteristiche di spensieratezza, gioia e piacere, il gioco prescinde dalle regole.

È stata un’attività molto seria in cui sono state impiegate potenti energie creative e possono essere fatte importanti scoperte.

Il gioco è un modo per indagare la realtà e quello che abbiamo imparato è qualcosa di prezioso è uno strumento per affrontare gli anni e vivere con coraggio e creatività.

Abbiamo creato degli oggetti su cui trasferire la nostra emotività e immedesimarci, trasformarlo nel protagonista delle nostre emozioni.

Abbiamo realizzato un giocattolo che alleni la creatività le cui regole non devono essere spiegate da un adulto, ma il cui svolgersi nasca spontaneamente dell’incontro che avviene tra il bambino e la materia.

Abbiamo creato qualcosa che attraverso il gioco gli ha dato delle informazioni che gli potranno servire così da formare degli individui creativi e non ripetitivi con una mente elastica e pronti a risolvere ogni problema che può incontrarsi nella vita.

È un gioco non concluso ma qualcosa che viva grazie all’intuizione e alla fantasia di chi lo esplora.

Il bambino memorizza il frutto delle sue esplorazioni sensoriali ed è importante che i suoi sensi vengano sollecitati in modo fantasioso e sorprendente per un’azione ludica e narrativa in continua evoluzione, giochi che stimolano a creare una propria narrazione attraverso il fare libero e fantasioso.

Con questi giochi i bambini scoprono una narrazione che nasce e si sviluppa sotto i loro occhi e di cui loro stessi sono gli artefici.

Si prospettano in un mondo in cui interagire è facile e gratificante se ci si lascia andare all’intuito e alla creatività.

Per la pratica della cittadinanza consapevole i principi fondamentali da conoscere sono tre:

  • La gentilezza, come metodo per affrontare i conflitti, strumento chiave per produrre un senso nei rapporti umani.
  • Il coraggio, come essenziale virtù civile, veicolo del cambiamento.
  • La capacità di porre e porsi domande, la capacità di dubitare, come nucleo del pensiero critico.

La pratica della gentilezza è uno strumento per produrre senso nelle relazioni umane.

L’ascolto non è una condizione passiva è una delle cose più attive e impegnative che si possono fare. Moltissime persone non sanno ascoltare, perché non ne hanno il coraggio, ascoltare davvero è pericoloso, richiede di uscire dalla trappola dell’ego e agire secondo schemi piuttosto che comportarsi secondo ciò che abbiamo ascoltato e capito.

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